Tour de France 2018, Quintana: “Mi trovo molto bene con Landa”
C’è tanta attesa per vedere Nairo Quintana al Tour de France 2018. L’anno passato la rassegna transalpina non sorrise al corridore della Movistar che, reduce da un Giro d’Italia dispendioso chiuso al secondo posto, arrivò alla Grande Boucle scarico, concludendo alla fine dodicesimo. I segnali arrivati dal Giro di Svizzera da poco concluso sono comunque positivi, con il colombiano che è riuscito a far suo l’arrivo in quota ad Arosa e a finire terzo in classifica generale. In Francia formerà un tridente invidiabile con Mikel Landa e Alejandro Valverde, coi quali darà la caccia alla maglia, cercando di porre fine all’egemonia del Team Sky dell’ultimo triennio.
“Se la mente è fresca, il corpo risponde allo stesso modo – ha spiegato il vincitore del Giro d’Italia 2014 a Marca – Come tutte le squadre la Sky avrà dei momenti di debolezza e noi dovremmo cercare di approfittarne. Con Landa mi sto trovando bene nelle varie corse che abbiamo fatto. In alcune occasioni l’ho aiutato io, in altre lui. Abbiamo un buon feeling e cercheremo di mantenerlo così”.
Lo scalatore colombiano sa che per arrivare a giocarsi il primato bisognerà superare indenni i primi giorni, evitare cadute e farsi scortare al meglio dalla squadra. Il riferimento alla tappa col pavé è chiaro: “Non ho esperienza sul ciottolato, a parte il giorno in cui siamo stati a fare la ricognizione – ha ammesso ancora il 28enne di Combita – Ci vorrà fortuna. È una tappa che comunque preoccupa tutti, non solo noi; a qualcuno andrà meglio e ad altri peggio, c’è chi avrà fortuna e chi no. Sarà una tappa con molta tensione in gruppo”.
Dopo due secondi (nel 2013 e 2015) e un terzo posto (nel 2016), la voglia di salire sul gradino più alto del podio dei Campi Elisi è molta, e quest’anno come non mai è consapevole di avere tutte le carte in regola per puntare al bersaglio grosso. “Ho tanta voglia di correre questo Tour. Abbiamo un’ottima squadra e questo ci dà tranquillità, arrivo in grande forma. L’anno scorso ero arrivato spremuto dopo il Giro d’Italia, con solo quattro settimane di riposo tra una corsa e l’altra”.
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